NASCITA DI UN GRANDE FESTIVAL
UMBRIA JAZZ
![]() |
| Sacchi a pelo in piazza IV Novembre |
Erano
gli
anni
settanta
e
gli
echi
del
sessantotto
erano
ancora
vivi,
la
dimensione
politica
della
protesta
dominava
e
nella
neonata
rassegna
umbra
il
clima
si
fece
sentire,
eccome.
Fu
uno
dei
primi
grossi
problemi
che
gli
organizzatori
e
le
istituzioni
locali
dovettero
affrontare
per
continuare
a
sostenere
una
iniziativa
che
aveva
riempito
le
piazze
dei
centri
storici
come
mai
prima. L'avventura
di
Umbria
Jazz
ebbe
inizio
nel
'73
da
una
idea
di
Carlo
Pagnotta
che
presentò
un
programma
per
un
festival
jazz
internazionale.
Ebbe
inizio
a
Villalago
di
Piediluco
in
provincia
di
Terni,
con
l'orchestra
di
Mel
Lewis
e
Thad
Jones,
poi
Gubbio
dove
non
ebbe
luogo
per
pioggia,
poi
ancora
Perugia
con i Weather
Report
e
la
“fantastica”
Archestra
di
Sun
Ra
in
Piazza
IV
Novembre.
Ma
ripartiamo
con
il
racconto
mettendo
in
evidenza
una
sintonia,
che
fu
determinate
per
la
realizzazione
dell'evento,
tra
Carlo
Pagnotta,
e
la
Regione
Umbria
attraverso
l'assessore
al
turismo,
il
ternano
Provantini
da
cui
nacquero
le
ragioni
del
successo:
concerti
gratuiti, ogni
sera
in
una
piazza
diversa. La
cronaca
racconta
che
per
il
jazz
come
musica
dai
climi
calmi
e
tranquilli
dei
jazz
club
e
dei
teatri,
le
piazze
sono
un
contesto
difficile,
uno
shock.
Ma
la
formula
funziona,
tra
monumenti
e
musica
nasce
uno
spot
incredibile
per
l'Umbria
ma
nessuno
lo
aveva
previsto
nelle
dimensioni.
L'ideatore
Carlo
Pagnotta
racconta
” c'è
un
aspetto
sul
quale
non
ci
sono
equivoci:
la
qualità
artistica
di
quei
cartelloni
era
incredibile:
penso
a Dizzy Gillespie,
Art
Blakey, Gerry Mulligan,
”
e
questo
già
basta,
il
problema
però
è
la
folla,
le
popolazioni
raddoppiano
e
le
città
scoppiano,
“le
piazze
sono
delle
distese
di
sacchi
a
pelo”
già
prima
dell'inizio
dei
concerti,
e
anche
per
Count
Basie
è
difficile
arrivare
sul
palco.
L'esperimento
di
politica
culturale
dà voce
agli
scettici
che
vedono
Umbria
Jazz,
come
una
violenza
alla
tradizionale
quiete
e
al
secolare
silenzio
dell'Umbria.
Il
clima
di
protesta
cui
faccio
riferimento
in
apertura,
è
testimoniato
dai
fischi
a
Chet
Baker
e
Stan
Getz,
considerati
bianchi
borghesi
e
nella
polemica
tra
sostenitori
e
detrattori
si
decide
di
interrompere
l'edizione
dell'anno
successivo,
il
1977.
Si
ritorna
con
una
formula
potenziata
ovvero
“ due
concerti
per
sera
in
due
piazze
diverse”
ma
la
gente
aumenta,
e
anche
chi
aveva
promosso
e
difeso
l'evento
cioè
la
regione
Umbria
non
se
la
sente
di
continuare,
serve
una
pausa
di
riflessione.
![]() |
| Marching Band in Corso Vannucci |
- Quel
che
la
rassegna
aveva
di
memorabile,
era
la
musica,
il
concerto
del
trio
di
Bill
Evans
a
Terni
nel
1978,
fu
incredibile,
con
Philly
Joe
Jones
alla
batteria
e
il
suo
modo
unico
di
usare
le
spazzole.-
L'edizione
del
1982
segna
il
cambiamento,
dopo
tre
anni
di
assenza
ritorna
la
Regione
e
l'Azienda
di
Promozione
turistica
che
però
danno
la
gestione
a
un
gruppo
di
volenterosi e, negli
anni
seguenti,
nasce
l'Associazione
Umbria
Jazz. La neonata associazione gestirà
il
festival
in
ogni
suo
aspetto
dal
1985 sino ad arrivare all'attuale edizione 2014 che ospiterà come sempre il gotha del jazz internazionale, e moltissimo jazz di casa nostra. Quando citiamo i nomi più importanti del nostro jazz parliamo dei vari Stefano Bollani, Roberto Gatto, Danilo Rea, Enzo Pietropaoli, Fabrizio Sferra, grandi professionisti che hanno fatto "capolino" anche da noi nelle nostre piazzette, e a questi illustri quest'anno aggiungiamo un bravissimo bassista pugliese, Giuseppe Bassi anche lui è stato nostro ospite nel 1999.



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