PIANO SOLO PERFORMANCE
di Giuseppe Caramuta
Il lancio di jazzclubacerenza.it più di un anno fa, ha permesso di riallacciare dei contatti ormai persi con musicisti che hanno suonato per noi. Davide Santorsola è stato anche lui un nostro ospite, e ne ricordiamo la sua performance in quartetto con Giuseppe Bassi, contrabbasso e Paola Arnesano, voce. Di questa serata purtroppo tutti dimentichiamo il batterista (cercasi disperatamente), però c'era e ci scherziamo, tanto prima o poi lo ritroveremo. Nel frattempo cari amici jazzofili, la carriera di Davide Santorsola ha avuto una crescita importante grazie al suo talento e a incontri con grandi musicisti: Phil Woods, Benny Golson, Lee Konitz, Dave Liebman e ricevuto attestati di stima dagli eredi di Ellington e Gershwin. Ma il sogno di suonare nei locali della vera città del jazz, New york City, quello resta un vero grande traguardo (raggiunto nel suo caso) così come le sue pubblicazioni, sia in musica che in volumi sulla tecnica del piano jazz. Personalmente ho molto apprezzato che il prosieguo della sua carriera lo ha portato ad elaborare una tecnica e un genere molto personali, dalle influenze (molto legittime) di Bill Evans all'astrarsi dal contesto dell'Euro jazz come sostiene il suo collega nipponico Fumiaki Fujimoto che aggiunge: "credo che ci sia una parte di lui che va oltre la categoria del "jazz".
Il lancio di jazzclubacerenza.it più di un anno fa, ha permesso di riallacciare dei contatti ormai persi con musicisti che hanno suonato per noi. Davide Santorsola è stato anche lui un nostro ospite, e ne ricordiamo la sua performance in quartetto con Giuseppe Bassi, contrabbasso e Paola Arnesano, voce. Di questa serata purtroppo tutti dimentichiamo il batterista (cercasi disperatamente), però c'era e ci scherziamo, tanto prima o poi lo ritroveremo. Nel frattempo cari amici jazzofili, la carriera di Davide Santorsola ha avuto una crescita importante grazie al suo talento e a incontri con grandi musicisti: Phil Woods, Benny Golson, Lee Konitz, Dave Liebman e ricevuto attestati di stima dagli eredi di Ellington e Gershwin. Ma il sogno di suonare nei locali della vera città del jazz, New york City, quello resta un vero grande traguardo (raggiunto nel suo caso) così come le sue pubblicazioni, sia in musica che in volumi sulla tecnica del piano jazz. Personalmente ho molto apprezzato che il prosieguo della sua carriera lo ha portato ad elaborare una tecnica e un genere molto personali, dalle influenze (molto legittime) di Bill Evans all'astrarsi dal contesto dell'Euro jazz come sostiene il suo collega nipponico Fumiaki Fujimoto che aggiunge: "credo che ci sia una parte di lui che va oltre la categoria del "jazz".

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