PIANO SOLO PERFORMANCE

EARL HINES

Earl (Fatha) Hines

A volte bisogna lasciare penna e microfono a chi ha scritto, a vario titolo, la storia del jazz. Il pezzo che adesso vi trascrivo di Gian Mario Maletto che intervista Paul Blay è una straordinaria testimonianza di un protagonista assoluto, mai sazio di nuovi orizzonti.
"d: In diversi momenti di Play blue (l'ultimo suo disco) si ascolta un modo di suonare robusto e percussivo che mi ha ricordato alcuni pianisti fioriti  negli anni trenta come Duke Ellington e Earl Hines, gli uomini del boogie woogie. Quei grandi jazzisti  hanno influenzato la carriera?
r: Certo. A quel tempo gli assoli di pianoforte fungevano per la maggior parte da intermezzo a quelli di sassofono: quindi non c'era nulla da imparare ascoltando un pianista. Ma Earl Hines  prese la musica di Louis Armstrong e la tradusse al pianoforte. Quello fu un modo naturale di procedere il trumpet-piano stile ottenuto con la mano destra." Avevo già letto della grandezza di Hines, ma la testimonianza di Blay è davvero illuminate sul contributo che il pianista di Duquesne (Pensilvania) ha dato all'evoluzione del  jazz.






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