LA MUSICA DEL SECOLO - Robert Glasper -

Il jazz secondo Robert Glasper



Robert Glasper è una delle star del jazz contemporaneo ma star non è esattamente la parola che più si addice a questo sorridente ragazzone che è convinto della libertà espressiva come prerogativa per un musicista; «Il jazz è così, è uno state of mind, è una filosofia. Penso che sia un genere unico, che raccoglie tante variazioni: il latin jazz, il trip jazz, this jazz, that jazz… Non puoi incasellarlo, può prendere qualsiasi direzione». E per questo motivo, spesso quello che fa viene visto dall’establishment del jazz come troppo libero, troppo rivoluzionario. «Ma è la sua natura!», risponde. «La tradizione del jazz è proprio continuare a cambiare, bisogna lasciarlo libero. In troppi vogliono che sia sempre uguale a se stesso, ma non si rendono conto che è arrivato fino a noi cambiando a ogni decennio». «Mi piace lavorare con chi è onesto, chi è sincero, e penso che il jazz debba essere proprio questo: suonare la propria vita. Alcuni non sanno come fare, perché è una cosa che non ti insegnano a scuola: lì cercano di farti diventare un robot, un esecutore. Ma così puoi solo suonare nei caffè! È essenziale viverlo a fondo, in prima persona. Se non fai così, non è utile a nessuno. Anche perché i più anziani, l’establishment, vorrebbero ucciderlo per studiarlo, per poterlo analizzare in un libro, e dire “L’abbiamo fermato”». In questo video girato nei mitici studi della Capitol possiamo goderci il frutto della sua bravura con un brano originale del 2015 dell'album Covered che si intitola The Wrost (Il Peggiore).

Liberamente tratto dal sito: rollingstone.it






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